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17 settembre 2009

Il ricordo di Giovanna

Giovanna Zilio, la dottoressa che era in servizio a Treviso il 22 agosto, mi ha mandato questo suo ricordo. Chiedo scusa ad Aldo che so essere sensibile a questi ricordi, lo siamo tutti ma questo è forse il nostro modo per andare avanti e continuare. Ovviamente si è liberi di non leggere, sia quanto ho scritto io sia quanto ha scritto Giovanna e quanto magari altri vorranno aggiungere.
Intanto, grazie Giovanna, e non è vero che sei stata inutile. Quella sera il tuo sorriso mi ha ricordato di andare avanti, che nessuno di noi è solo.
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Anche se doveva essere una giornata di pioggia a Treviso era la solita giornata afosa, ed ero già arrivata alla seconda maglietta cambiata. Eravamo tornati ridendo dalla prima missione, dove il contadino ci aveva regalato pezzi interi di vigna ed avevamo l'eli pieno d'uva che poco dopo stavamo mangiando ridendo per l'avventura appena vissuta e guardando le foto fatte. Poi dopo pranzo, tutti erano appisolati nelle proprie stanze, chi nel bunker, chi nella serra.


La telefonata l'ha ricevuta Sara, ha suonato il blu all'impazzata e si è messa ad uralre in corridoio facendo sobbalzare Nico dalla sedia del bunker dov'era appisolato poi è uscita urlando a chiamare gli altri che stavano arrivando verso l'ennesimo blu.

Mi sogno spesso il viaggio che abbiamo fatto treviso - cristallo, mi sembra 13 primi o giù di là, non finiva mai, pieve che urlava per radio di fare attenzione ai cavi, per amor di dio fate attenzione ai cavi e ogni due minuti dove siete, dove siete dove siete e pellikan che non riusciva ad atterrare ed ha preso su Belodis e poi ha chiesto a pieve di non chiamarli più via radio e che avrebbero chiamato loro appena avevano notizie, allora di nuovo leone 1 leone 1 la tua posizione .

E poi quando li abbiamo tirati fuori. Li hanno tirati fuori perchè il mio contributo è stato del tutto ininfluente. Purtroppo. Anche uno vivo, uno portato a treviso, sarebbe stato diverso.

Io non posso negare che non li conoscevo come voi, e quindi il mio non può essere un dolore paragonabile, ma quello rimane un giorno che continuo a sognarare e che non dimenticherò.

Un amico, che ha perso un'amico quel giorno mi ha detto che ha voluto guardarlo a lungo quando l'ha tirato fuori ma non è riuscito a riconoscerlo in quel corpo straziato e ancora, ogni volta che Falco viene a portarci qualche paziente continua ad aspettarlo.. voleva presentarmelo il giorno prima quando è venuto a Treviso perchè ha detto che era una persona eccezionale che meritava di essere conosciuta, ma Falco doveva scappare e mi è mancata l'occasione .. la prossima volta abbiamo detto. Una altro amico non ha detto niente, ma da quel giorno per tutte le missioni successive non ha più riso nè scherzato come faceva sempre.

C'è chi ha chiamato dal Cristallo in centrale, per dire qualcosa, (circa una decina di volte in dieci minuti) ma ha prodotto solo bestemmie (contro il destino così insensibile?)

In centrale non c'ero, ma quando siamo tornati alle dieci passate di sera dopo aver lasciato Leone al posto di Falco ci sono venuti in contro tutti i ragazzi in turno al pomeriggio, che non se la sono sentita di andare a casa.

Io non so che dire. Quel giorno sono stata totalmente inutile.

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