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08 novembre 2006

Triste e preoccupato

In questa stagione, alle quattro di pomeriggio la giornata dovrebbe essere finita o quasi. Invece oggi a quell'ora è arrivata una telefonata che ci comunicava un incidente in ferrata dalle parti del Rifugio Berti. Una persona caduta.
Non rimane molto tempo quando le effemeridi sono a meno di un ora. Siamo partiti, abbiamo preso Gino a Campolongo e via di corsa al Rifugio Berti, su per il ghiaione ed abbiamo iniziato al ricerca. Cosa cerca uno in questi casi? Innanzitutto la persona che ha chiamato che in teoria dovrebbe fare segnali, essere visible, muoversi poi si cercano i segni di caduta. Macchie, c'era un nevaio ed allora cerchi scivolate, guardi alla base dei canalini in cerca di quel colore estraneo alla montagna adagiato bene o male su un sasso, su pietre, comunque giù. Nulla di tutto questo, allora via su veloci per la ferrata e poi chiami in centrale e loro ti danno qualche dettaglio scoperto nel frattempo ed allora via di corsa oltre la cresta perchè stava scendendo da lì e giri, sali, scendi e ti sposti strizzando gli occhi su quei sassi. Poi le indicazioni generiche diventano precise. La voce di uno solo ora parla e ti dice, lì, l'ho visto, sulla forcella, si vede la corda arrotolata e qualcos'altro. Allora capisci che l'hai trovato e mentre sbarchi Gino sul ghiaione vedi un cagnolino che corre all'impazzata avanti ed indietro su una cengia appena sopra il ghiaione e corre corre e non si ferma e non va verso Gino.
Poi passi oltre perchè c'è la persona che ha chiamato da cercare ed ancora non l'hai trovata ed inizia a fare buio. Non il buio di fondovalle no, lo scuro d'alta quota quello che se guardi a ovest diventa un bel dopotramonto rosso e viola ma che a est è già viola scurissimo. Non c'è tempo per guardarlo perchè sei lì a volare di fronte alle cengie a guardare camminamenti quando la centrale ti dice che la donna che ha chiamato, la moglie del tizio caduto, è già al rifugio Lunelli, in basso, al sicuro. Ed allora via di nuovo sul ghiaione a lasciare anche Paolo che dia una mano a Gino ed invece mentre sei lì in hovering dentro questo piccolo anfiteatro che diventa scuro e nel quale ci sono un infinità di resti di casermette della prima guerra mondiale, mentre sei lì concentrato vedi Gino vicino a quel mucchio che sembrava essere il caduto che ci fa gesti ed indica l'altra parte della montagna, dopo la forcelletta minuscola, indica giù, da quella parte.
Paolo è sceso, via su di nuovo, di corsa dietro lo spigolo a vedere l'altro versante. Dalla forcelletta, dove Gino ci guarda e cerca di scendere, ...... una linea. C'è una linea, di sangue, stretta, poi si interrompe, tu la immagini la segui dove non la vedi e poi ricompare, più grossa su di un sasso, poi sparisce e ricompare nel sasso sotto e poi diventa linea continua nel piccolo ghiaione, poi c'è un sasso, sparisce e di nuovo una macchia sul sasso di destra e poi, alla luce del faro, dentro quello che sembra un buco formato da un enorme sasso nello stretto della gola, un luccichio. Ed a quel luccichio che deve essere di cose tecniche appartiene anche il corpo del poveretto che cerchiamo. E' lì. Le gambe che escono da quella specie di buco, è a pancia sotto con la parte superiore del corpo infilata in quel buco come a cercare qualcosa. Sul lato destro si intravede una mano insanguinata. Qualsiasi speranza cade. Paolo vorrebbe raggiungerlo per accertarsi che sia morto ma quando capisce quanto giù è rispetto alla forcelletta e quali salti di roccia dovrebbe fare desiste. Lo prenderemo domani.
Il cane, dove sarà. Chiedo a Paolo e Gino di prenderlo se possono. Siamo al limite delle effemeridi, mi chiede cosa fare e gli dico che comunque il cane è una cosa viva e che se vogliono gli concedo cinque minuti. Allora Gino corre e credo abbia fatto di tutto per prenderlo ma ad un metro il cane scappa ed ormai è tardi, il faro fa luce e le distanze diventano difficili da stimare.
Vado ad imbarcarli, si torna in base. Paolo mi ha detto che mentre salivano il cane era al limite del ghiaione che piangeva. Fermo.
Ora sono le nove e mezza, che farà quel cane, che starà facendo? Non riesco a non pensarci. Se cercherà di seguire la linea di sangue del suo padrone morirà, se rimarrà fermo, forse raggomitolandosi ce la farà.
Io domani mattina spero con tutto il cuore di trovarlo e che si faccia prendere, magari per il freddo o per la fame. Porterò una bustina di croccantini di Homer, chissà che non si lasci salvare.

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